Manoscritto Copto


Cenni sull’origine della lingua copta

La lingua copta è la lingua egizia scritta con i caratteri dell’alfabeto greco, con l’aggiunta tuttavia di sette ulteriori grafemi speciali presi in prestito dal demotico (antica scrittura egiziana )al fine di ovviare alla carenza di alcuni fonemi del greco rispetto a quelli esistenti nel copto egiziano. Essa comprende inoltre le vocali, non presenti nelle altre lingue utilizzate in Egitto, ed è scritta da sinistra verso destra, in linee orizzontali, senza separare fra loro le parole.

Il copto divenne lingua nazionale dell’Egitto verso la metà del III secolo dopo la conversione della popolazione al Cristianesimo. La lingua si articolò in sei dialetti parlati in altrettante regioni dell’Egitto. I due principali erano il Sahidico, parlato nella valle del nilo fino all’altezza dell’antica Menfi, e il Bohairico, della regione del delta del Nilo. A partire dal IX secolo il dialetto Bohairico prevalse sul Sahidico, diventando lingua ufficiale della Chiesa copta monofisita e lingua letteraria egiziana. Dal XII secolo, con l’espansione islamica, il copto fu abbandonato in favore dell’arabo in concomitanza con l’affermazione in Egitto della religione musulmana a danno di quella cristiana. Dal XIII secolo il copto è considerato fondamentalmente una lingua morta, utilizzata soltanto nella liturgia della Chiesa copta.

L’alfabeto copto ha una lunga storia, che risale al periodo ellenistico, in cui si utilizzava l’alfabeto greco per trascrivere testi in demotico, con lo scopo di registrarne l’esatta pronuncia. Nei primi due secoli dell’Era Volgare, intere serie di testi magici furono scritti in ciò che gli studiosi chiamano antico copto, la lingua egiziana scritta con alfabeto greco. Un certo numero di lettere furono invece derivate dal demotico e si conservarono nell’alfabeto copto vero e proprio.

Con la diffusione del Cristianesimo in Egitto, attorno al tardo III secolo, la conoscenza della scrittura geroglifica fu persa, così come fu dimenticato il demotico poco dopo; vi fu dunque spazio per l’emergere di una scrittura maggiormente associata con la Chiesa cristiana. Entro la fine del IV secolo, l’alfabeto copto raggiunse la sua forma matura, quantomeno nell’ambito del dialetto sahidico. Tutti i manoscritti della biblioteca gnostica di Nag Hammadi furono scritti in alfabeto copto.

Oggi l’alfabeto copto è usato quasi esclusivamente per la scrittura di testi religiosi della Chiesa copta. La scrittura egiziana antica è stata caratterizzata dai seguenti tipi: geroglifica – jeratica – demotica – copta.

E’ alla fine del II secolo d.C. che la produzione libraria, nel bacino del Mediterraneo, vede un lento passaggio dall’uso del rotolo in papiro alla nuova forma del codice in Pergamena. A partire dal IV secolo, dopo l’editto di Costantino, libri per la liturgia e per la meditazione cominciano ad essere prodotti anche per gli anacoreti e i monaci .

E’ in questa fase che i così detti testi rivelati o ritenuti tale, vengono trascritti nei vari dialetti copti, prevalentemente traduzioni di testi greci, ebraici e persiani.

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Restauro conservativo di un libro copto con il suo astuccio  in pergamena – Sec. XVII – Provenienza Privata

Questo codice, membranaceo, con tavole dipinte e piatti lignei, era custodito all’interno di un astuccio in pergamena, probabilmente di pelle di cammello. Sia il codice che l’astuccio erano molto deteriorati, con strappi, lacune, ondulazioni del supporto membranaceo, nonché molto sporchi e polverosi, con macchie e concrezioni solide adese.

L’intervento conservativo è consistito nello smontaggio sia del codice che dell’astuccio, in un’ accurata spolveratura e pulizia a secco, nonché pulizia ad umido, ammorbidimento e reidratazione per tamponamento con soluzione idroalcolica, in opportune proporzioni.   Sono stati consolidati i colori delle tavole dipinte e integrate tutte le lacune e gli strappi con carta giapponese, doppia, di idonea grammatura. Alla fine i fascicoli, spianati e ricomposti sono stati nuovamente legati, secondo il modello originale, e rimontati ai loro piatti. Le tavolette lignee dei piatti sono state pulite, consolidate e  restaurate : quella anteriore si presentava completamente spaccata in due, lungo la linea mediana. E’ stata rincollata e rinforzata con piccoli innesti di legno. L’astuccio è stato rimontato come in origine e il codice avvolto in un tessuto idoneo è stato ricollocato al suo interno. Il restauro è stato molto interessante e impegnativo.


Particolari prima del restauro

Particolari durante il restauro

Particolari dopo il restauro

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