Restauro: Schizofrenia di Stato


 

Scuole per restauratori, studenti

super-specializzati ma senza titolo

Gli studenti delle Scuole di alta formazione e studio dovrebbero laurearsi l’anno prossimo, ma il loro titolo non è ancora stato riconosciuto

di Valentina Santarpia

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Stanno per laurearsi. O forse no. Sono gli studenti delle Scuole di alta formazione e studio (SAFS) del ministero per i Beni e le Attività culturali e del Turismo, istituite nel 2010, che da allora aspettano il riconoscimento di atenei a tutti gli effetti: manca solo una firma, quella congiunta del ministro dell’Istruzione e quella dei Beni culturali, ma tarda ad arrivare. E i 150 selezionatissimi ragazzi che frequentano i tre istituti (due a Roma, uno a Firenze) non sanno ancora se il loro titolo sarà mai riconosciuto. «Lo abbiamo scoperto per caso a gennaio- racconta Flavia Puoti, una delle studentesse dell’Iscr (http://www.icr.beniculturali.it/home.cfm) – E adesso stiamo facendo di tutto per segnalare una situazione assurda».

 

Migliori delle lauree, ma non riconosciuti

 Un laboratorio della scuola di restauro

Un laboratorio della scuola di restauro

Non è una pretesa spuntata fuori da un giorno all’altro, quella degli studenti. «Quando ci siamo iscritti, sapevamo con certezza che alla fine il nostro titolo sarebbe stato riconosciuto come laurea- spiega Flavia – Ci avevano detto che mancava solo una firma, quindi solo una questione burocratica. Invece stiamo già preparando la tesi e non sappiamo ancora se, alla fine di questo percorso ad altissima specializzazione, saremo laureati oppure no». Al danno la beffa: perché le tre scuole di alta formazione (l’Istituto per la conservazione e il restauro, l’Istituto centrale per il restauro e la conservazione del patrimonio archivistico e librario, entrambe a Roma, e l’Opificio delle pietre dure, con sede a Firenze) sono state riconosciute con lo stesso decreto legislativo che ha riconosciuto il corso di laurea magistrale a ciclo unico in Conservazione e restauro dei beni culturali, il 42 del 2004. Ma mentre quei corsi, essendo stati istituiti sotto l’egida degli atenei universitari, sono validi a tutti gli effetti, ai corsi SAFS manca l’avallo della firma finale per l’accreditamento. In sostanza, nonostante si parli di scuole frequentate solo da studenti super-meritevoli (ne vengono presi solo 15 all’anno dopo un test in tre fasi), senza quest’ultimo passaggio rischiano di sfornare restauratori preparatissimi, ma non riconosciuti.«E’ veramente sorprendente che istituzioni storiche – sottolinea Ludovica Alesse, rappresentante degli studenti del IV anno dell’Iscr di Roma – dove la disciplina del restauro ha avuto inizio con le teorie sviluppate da Cesare Brandi, Rabuccio Bianchi Baldinelli e Alfonso Gallo e che continuano ad essere un vanto italiano per l’estero, si trovino oggi in questa difficoltà».

 Risposta Miur: «Il decreto è alle limature e sarà pronto entro giugno. I tecnici del nostro dicastero hanno già sentito quelli del Mibac – si tratta di un decreto interministeriale – e stanno mettendo a punto la versione finale del testo».

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Loro (studenti) come noi, professionisti del settore, operanti da moltissimi anni nel restauro conservativo, con esperienza maturata su opere di altissimo valore artistico e storico, apprezzati e certificati dalle varie Soprintendenze…..cosa siamo????
Siamo “Restauratori in attesa di riconoscimento della nostra Qualifica”
Non è una una situazione paradossale???
E’ triste riconoscerlo, ma solo qui da noi, in Italia, può accadere una tale assurdità!

 

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