DA DONATELLO A LIPPI OFFICINA PRATESE


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Vi consiglio questa mostra, avrete tempo per vederla, fino al 13 gennaio 2014.

Ci sono diversi buoni motivi per consigliarvela.

Prima di tutto, perché come leggerete dall’articolo qui sotto riportato, sono esposte tante bellissime opere, molte delle quali, provenienti da diversi paesi stranieri: occasione unica da non perdere. 

Sono raccolte insieme ed esposte in uno scenario particolarmente affascinante quale è il Palazzo Pretorio di Prato, il cui restauro, terminato da poco, ha saputo valorizzare la sua bellezza architettonica e storica.

Le opere sono accompagnate e avvalorate da una esposizione di antichi registri e filze, provenienti dall’Archivio di Stato di Prato, che ne documentano la storia nella loro fase  progettuale ed esecutiva. Pezzi di “memoria storica” dell’opera d’arte. L’individuazione della committenza di un’opera è elemento di grande rilievo per la storia e la critica d’arte e per la contestualizzazione culturale dell’opera. Il committente, che richiedeva e promuoveva l’esecuzione di un’opera e ne affidava l’incarico a uno o più artisti, generalmente ne sosteneva economicamente l’esecuzione. Grande interesse rivela lo studio di questo aspetto di un’opera d’arte: gli orientamenti religiosi, politici, ideologici e la condizione sociale ed economica della committenza si rispecchiavano, molto spesso, nella concezione, nella forma, nella tematica e nel programma dell’opera da lui promossa e talvolta ne determinavano anche, almeno nelle linee generali, lo stile. E’ una comprensione più completa e più articolata nello studio di un’opera d’arte che ci aiuta a penetrare maggiormente lo spirito dell’epoca che ha prodotto e promosso la nascita della stessa.

Uno di questi documenti, è stato da me restaurato, per essere esposto nella mostra. Esattamente il Registro N. 2587, Fondo Patrimonio Ecclesiastico, “Entrate e Uscite”, datato  1465-1474, nel quale è riportata la nota di pagamento a Filippo Lippi per la Pala della Chiesa dello Spirito Santo. Anzi, per l’esattezza, non si tratta proprio del normale pagamento, ma della registrazione di un prestito di 6 ducati, concesso dal priore del Convento, al “…depintore della taula che è al altare grande…” .

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Allora come adesso, gli artisti, fuori da quell’aura magica del saper creare arte, mossi da ispirazione profonda, si trovavano a dover far i conti col quotidiano tribolar per vivere. Forse leggere questi documenti ce li fanno apparire più umani e forse ce li fanno amare ancora di più.

Questo è il mio contributo alla mostra:

OLYMPUS DIGITAL CAMERAIl Registro cartaceo, ha una coperta in piena pergamena floscia, dotata di patta di chiusura e tre corregge in pelle allumata tinteggiate in pigmento rosso. La centrale, che avvolge tutto il volume, a mo’ di cintura, mostra una fibbia metallica.

Queste le foto prima e dopo il mio intervento di restauro:

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Dal 13 settembre 2013 al 13 gennaio 2014
Museo di Palazzo Pretorio

Una grande mostra fa rivivere uno dei momenti magici dell’intera storia dell’arte italiana, quello vissuto nel Quattrocento dalla città di Prato quando qui operarono molti tra i maggiori artisti italiani dell’epoca.
Per “Da Donatello a Lippi. Officina Pratese”, curata da Andrea De Marchi e da Cristina Gnoni Mavarelli, tornano in città capolavori creati in quegli anni e oggi dispersi in musei di mezzo mondo. La mostra è promossa dal Comune di Prato, con il sostegno della Fondazione Cassa di risparmio di Prato, e la collaborazione di Mondo Mostre, tra i principali organizzatori di eventi culturali in Italia.

Intorno alla fabbrica della prepositura di Santo Stefano (poi cattedrale) presero forma imprese memorabili, da annoverare fra gli episodi più singolari ed affascinanti del primo Rinascimento. Per il pulpito destinato a mostrare la reliquia della Sacra Cintola, per gli affreschi della cappella dell’Assunta e della cappella maggiore, per altri arredi vennero chiamati artisti della grandezza di Donatello, Michelozzo, Maso di Bartolomeo, Paolo Uccello e Filippo Lippi. A loro va aggiunto il figlio di fra Filippo, Filippino, che da Prato prese le mosse e a Prato tornò a lavorare da anziano.

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Su tutto domina la figura carismatica di Filippo Lippi, che fra anni ’50 e ’60 del Quattrocento tenne aperto il cantiere degli affreschi di Santo Stefano e del Battista, nella cappella maggiore del Duomo. Altre sue opere in mostra documentano la fantasia eccitata e le estenuate eleganze di questa splendida maturità. Intorno a lui si formarono pittori che meritano di essere meglio conosciuti, come il Maestro della Natività di Castello o Fra Diamante.
Prima di Lippi le figure di maggiore spicco che operarono per Prato furono Donatello e Paolo Uccello. Del primo è una Madonna col Bambino fra due angeli, del museo pratese, sottovalutato capolavoro giovanile. Anche Paolo Uccello, quando verso il 1433 affrescò nel Duomo di Prato, era un giovane in ricerca e la mostra sarà l’occasione storica per raccogliere per la prima volta al mondo praticamente tutte le opere di questa irrequieta giovinezza, fra anni ’20 e ’30 del Quattrocento, ancora in bilico tra fiammate goticheggianti e una narrazione più realistica e penetrante.

La mostra vuole offrire, attraverso una scelta di opere tutte di grande qualità, alcuni squarci di luce su queste personalità, per aiutare a capire meglio quanto a Prato di loro è rimasto. Al tempo stesso si prefigge alcune operazioni esemplari di ricostruzione di opere che erano a Prato e che sono state smembrate, riunendo predelle e pale ora divise fra i musei pratesi e le collezioni straniere (l’Assunta di Zanobi Strozzi dipinta per il Duomo, ora a Dublino, e la predella del Museo di Palazzo Pretorio; il capolavoro del Maestro della Natività di Castello, la pala di Faltugnano ora nel Museo dell’Opera del Duomo, la cui predella è spartita fra la National Gallery di Londra e la Johnson Collection di Philadelphia). Saranno così riportati a Prato capolavori che si trovano in importanti musei stranieri, come la pala di Budapest di Fra Diamante, proveniente dall’oratorio di San Lorenzo, con un doveroso omaggio al genio diFilippino Lippi, grazie alle opere della giovinezza e del suo ritorno a Prato nella piena maturità artistica.

Uno spettacolo per gli occhi ed i sensi, insomma. Ed insieme una ricognizione rigorosa di un momento artistico che ha ancora molti aspetti da svelare.

Nel museo Casa Datini :     “Officina pratese. Documenti e committenza in Palazzo Datini”

In occasione della mostra “Da Donatello a Lippi, Officina pratese” che ha riaperto i battenti del Pretorio di Prato, presso il museo Casa Datini e l’Archivio storico della nostra città si terrà una esposizione parallela dal titolo “Officina pratese. Documenti e committenza in Palazzo Datini”. Dietro ogni opera d’arte, che colpisce con la sua bellezza, ci sono precise volontà che mettono in moto le risorse necessarie a realizzarla: sono correnti di pensiero, conversazioni, circolazioni di letture, botteghe, committenze pubbliche e private, che concorrono a tradurre un progetto in realtà.
Un caso esemplare fu proprio il ciclo di affreschi nella Cappella dell’Assunta, deciso concordemente dalla città e finanziato dai due Ceppi: la presenza del Lippi a Prato fu colta, non a caso, anche per affidargli ulteriori lavori, tra cui la celebre Madonna del Ceppo, destinata proprio a Palazzo Datini.
Il percorso di questa mostra inizia nella corte del Museo, riproponendo la collocazione originale di quella pala.
Prosegue nell’Archivio di Stato con alcune testimonianze dell’impegno della comunità pratese, protagonista nello splendore dell’arte toscana quattrocentesca. Da Donatello ad Antonio Rossellino e Mino da Fiesole, dal Lippi al Ghirlandaio, fino al Sangallo e Andrea della Robbia, la mostra – attraverso i documenti originali degli enti committenti, oggi conservati nell’archivio – offre uno spaccato di lettura di una stagione di straordinaria vivacità culturale e di altrettanto straordinario impegno civico.
In questo modo il Palazzo del mercante, principale esempio della committenza privata pratese fra Trecento e inizi del Quattrocento, grazie alle istituzioni che in esso hanno sede, offre un ulteriore contributo a comprendere i tesori d’arte e i processi culturali rappresentati nella esposizione di Palazzo Pretorio e nei luoghi dell’Officina.

E’ possibile visitare l’esposizione fino al 13 gennaio 2014,

tutti i giorni dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18.


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