Le carte di Aldo Moro sos restauro per le lettere


Undici documenti da recuperare con un “cantiere aperto”: il 25 si potranno vedere in via Milano. L’uso delle tecnologie moderne su testi che rischiano di sparire. Sono state scritte nell’aprile del 1978. Visite guidate per un giorno ma solo su prenotazione. Sono fogli A4 a quadretti: “Nessun prelievo verrà effettuato sui materiali”

Le carte di Aldo Moro sos restauro per le lettere

Le ultime lettere di Aldo Moro, scritte tra il 20 e il 29 aprile del 1978, a poche ore dalla fine, sono pronte per essere curate. A soccorrere le loro pessime condizioni di salute è la sofisticata tecnologia dell’Icpal, l’Istituto per la conservazione del patrimonio archivistico librario, che ha preso in consegna dall’Archivio di Stato di Roma il corpus di undici missive scritte durante i cinquantacinque giorni di prigionia sotto le Brigate Rosse, per avviare d’urgenza l’operazione di restauro.

E martedì 25 ottobre, in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico della Scuola di alta formazione per restauratori, i laboratoriclinica della carta si apriranno eccezionalmente al pubblico, specialistico e non (con visite guidate solo su prenotazione), nell’ambito di una giornata di studio sulle lettere di Moro, per illustrare il programma di analisi diagnostiche e il successivo intervento di restauro conservativo.

LE CARTE DI ALDO MORO

“È la prima volta nella tradizione dell’Icpal che allestiamo un cantiere aperto per raccontare nei dettagli le analisi chimiche e fisiche che stiamo per eseguire”, avverte la direttrice Maria Cristina Misiti. La scelta è dettata da due motivi: “Le lettere di Moro hanno un peso emotivo e civile talmente forte che ci sembrava un dovere farle conoscere da vicino, soprattutto ai giovani. Inoltre, volevamo dimostrare che anche carte moderne, vecchie appena di quarant’anni, sono importanti quanto i codici medievali o i documenti del Rinascimento”. Se non addirittura più a rischio.

La carta usata da Moro infatti è scadente sul profilo di fabbricazione. Si tratta di fogli formato A4 a quadretti, semplici bloc notes Pigna, che contengono “lignina”, una sostanza incrostante dannosa, che induce rapidamente all’ingiallimento e allo sfaldamento della carta. “Il problema è salvare i fogli nella loro originalità tant’è che le indagini diagnostiche sulle lettere non sono invasive nè distruttive  –  ci tiene a precisare la direttrice del laboratorio di Fisica Maria Teresa Tanasi  –  Non prevediamo alcun microprelievo sulla carta”.

La macchina per la spettroscopia misurerà gli elementi chimici dell’inchiostro: “Sono presenti più tipi di inchiostro solubile, blu e nero  –  dice Misiti  –  con queste analisi possiamo capire quali e quante penne sono state utilizzate, una pressione diversa dalle altre, una manipolazione nella scrittura”. Tutti dettagli interessanti per gli storici. Dalle prime analisi, per esempio, si è verificato che in alcuni tratti la scrittura di Moro è più tremolante, e che alcune parole sono sbiadite come se fosse caduto del liquido: “Forse lacrime” ipotizza Misiti. E se lo stereomicroscopio analizza la morfologia della carta, l’acquisizione dell’immagine ad altissima definizione riesce a dare una nuova lettura della superficie: “L’idea è che si possa arrivare anche a tracce di macchie o impronte”, avverte Misiti. Per questo le indagini dell’Icpal sono aperte a collaborazioni con il Ris dei carabinieri.

Icpal, via Milano 76, ore 9: 30. Informazioni: tel. 06482911, www. icpal. beniculturali. it

(21 ottobre 2011)© RIPRODUZIONE RISERVATA

Share

Lascia una risposta