Il restauro meccanico è una “…serie di operazioni eseguite
utilizzando un’apparecchiatura costituita da una macchina ponitrice di fibre di cellulosa (leaf casting) che consente di risarcire le lacune, suturare le lacerazioni, ricostruire i margini. Sostituisce alcune fasi del tradizionale restauro manuale, agendo esclusivamente nelle zone mancanti del documento reintegrandole. Tra le fibre di cellulosa depositate nelle parti mancanti e quelle del documento originale, lungo i margini della lacuna e delle lacerazioni, si instaurano gli stessi legami chimici presenti all’atto della fabbricazione della carta. Altrettanto avviene tra le fibre di cellulosa depositate e le fibre del documento originale lungo i bordi delle lacune o delle lacerazioni.

Per ottenere una corretta reintegrazione, come nella fabbricazione della carta, l’impasto di cellulosa deve essere costituito, in opportune proporzioni, da fibre lunghe e da fibre raffinate. Le fibre lunghe e scarsamente raffinate aumentano la resistenza del supporto alle lacerazioni, quelle raffinate, cioè sfibrillate, permettono la formazione di un gran numero di legami interfibra, rendendo il foglio compatto e resistente alla trazione.
La polpa di cellulosa in fogli, viene strappata in piccoli pezzi e posta per qualche ora, in acqua calda, per il necessario ammorbidimento. Le diverse fibre vegetali disciolte in soluzione acquosa vengono poste in un dispersore di fibre (spappolatore) meccanico, e mulinate tramite un’elichetta , fino ad allentare i legami chimici e meccanici che le tengono vincolate. Così si ottiene l’impasto fibroso idoneo.
Il restauro meccanico, è preceduto da una serie di operazioni preliminari, alcune comuni al restauro manuale (numerazione delle carte, prova della solubilità delle mediazioni grafiche e dell’acidità, scucitura, spolveratura, lavaggi), altre proprie del restauro meccanico (scelta della pasta e preparazione dell’impasto fibroso).
Procedimento:
Il documento, opportunamente condizionato ad umido su un velo sintetico di poliestere che lo sostiene e consente l’esatto posizionamento del foglio e dei frammenti, è poggiato sul telaio grigliato e successivamente inserito nella vasca della macchina ponitrice di fibre. 

Questa viene automaticamente riempita d’acqua e manualmente di una quantità di pasta di cellulosa, precedentemente preparata, calcolata in base alle dimensioni delle zone da risarcire ed alla grammatura del documento originale.
Azionando opportune valvole ed un compressore si crea una depressione al di sotto del foglio.
L’acqua, che fa da veicolo all’impasto fibroso, viene risucchiato nelle zone mancanti del foglio, ove la depressione è maggiore.

Tolto il documento risarcito dalla macchina, si protegge con un secondo velo sintetico e lo si pone fra carte assorbenti ad asciugare sotto leggera pressione.
Successivamente al restauro meccanico si può procedere, a seconda della necessità della carta, alla collatura e/o alla velatura. Il procedimento è totalmente reversibile in acqua”.
Cecilia Prosperi ” Il restauro dei documenti di archivio. Dizionarietto dei termini ” – Roma, 1999
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